eco we
La psiche è legata alla terra
Dall'incontro tra psicologia ed ecologia si è formata una nuova disciplina per comprendere le connessioni più profonde tra l'essere umano e il regno della natura: nasce l'ecopsicologia.
Dove finisco io e dove inizia il resto del mondo? Una domanda alla quale non è così facile rispondere. La psicologia, scienza giovane in Occidente, si è sempre concentrata sull'aspetto più strettamente soggettivo del nostro essere, senza mai avventurarsi lontano dal centro, verso quei lontani e vaghi confini in cui il bagaglio individuale attinge a sorgenti comuni. L'ecologia del resto, anche lei scienza giovane, si è sempre occupata dell'ambiente esterno senza mai prendere a fondo in considerazione l'essere umano come parte integrante ed estremamente condizionante di questo ambiente.
Così, giungendo da due estremi opposti queste due scienze si incontrano per cercare insieme una risposta alla stessa domanda, per comprendere quali sono le connessioni tra la natura umana e il più vasto regno della natura.

"Qualcuno ha chiesto di vedere l'anima? - ha scritto in una poesia Walt Withman - Guarda la tua stessa forma e il suo contenuto, guarda le persona, gli elementi, le bestie, gli alberi, i ruscelli gorgoglianti, la roccia, la sabbia". Potrebbe sembrare solo un bel gioco di parole o un immagine poetica, è in realtà uno dei pilastri sui quali sta sorgendo una nuova scienza, che si propone di "svegliare" la psicologia: non possiamo essere studiati e curati separatamente dal nostro pianeta. Non possiamo restaurare la nostra salute e il nostro benessere se non restauriamo la salute del pianeta e forse per comprendere le malattie dell'anima, oggi dobbiamo comprendere le malattie del mondo mentre la psicologia contemporanea rischia di prender troppo sul serio problematiche e dinamiche intrapsichiche, dimenticando di fare i conti anche con la realtà esterna, con i disastri su grande scala che sta subendo il pianeta.

Nasce così l'ecopsicologia, che unisce la sensibilità dei terapisti, la conoscenza degli ecologi, l'esperienza e l'etica degli ambientalisti, per una politica ambientalista più efficace e con solide basi filosofiche, per una programmazione di tipo educativo più efficace e per un'approccio terapeutico in grado di ridefinire il concetto di salute in un contesto anche ambientale, esaminando la psiche come parte integrante della natura.

"Non possiamo restaurare la nostra salute e il nostro benessere se non restauriamo la salute del pianeta", afferma Theodore Roszak, storico della cultura che negli anni '90 ha coniato il termine "ecopsicologia" per unificare studi e ricerche che già da diverso tempo procedevano, con nomi diversi, in un stessa direzione. L'ecopsicologia molto deve anche ad Arne Ness, il padre dell'ecologia profonda, che già negli anni '80 inizia a collegare tra loro psicologia ed ecologia, studiando a diversi livelli le profonde influenze che ci sono tra natura e equilibrio psicologico.

In sintesi, possiamo definire l'ecopsicologia come un nuovo campo d'azione e di ricerca che riconosce alla natura un ruolo fondamentale non solo per l'equilibrio fisico, ma anche psicologico e spirituale dell'individuo. Si sviluppa attualmente in diverse direzioni, che includono lo studio del rapporto uomo-natura in altre culture, lo sviluppo di un nuovo atteggiamento in campo educativo nei confronti della natura, l'elaborazione di nuove strategie per portare avanti la causa ambientalista e un'applicazione in campo più propriamente terapeutico che che affronta il disagio sociale e individuale correlandolo anche al quadro ambientale in cui si vive, prendendo in considerazione anche le conseguenze dello sradicamento dalla natura.

L'incontro con la wilderness - la natura incontaminata - diventa così un'opportunità di riscoperta e valorizzazione degli aspetti più profondi e vitali del proprio essere. Il paesaggio naturale diventa un nuovo setting terapeutico, riconoscendo che l'incontro con colori, spazi, ritmi, suoni diversi favoriscono il rilassamento della mente e il contatto con le emozioni, oltre a offrire una preziosa opportunità di scarica fisiologica di tensione e stress. La natura diventa una metafora per esplorare il mondo interiore, altrettanto vasto e sconfinato di un pianeta con i suoi abissi e le sue altezze.

Il counseling di ecopsicologia è i suoi inizi, pur essendo sostanzialmente molto antico; recupera infatti molti aspetti di rituali sciamanici, inserendoli nel contesto culturale contemporaneo, ponendo l'accento sull'importanza di espandere gli angusti limiti di ciò che viene considerato il proprio spazio personale e recuperando un senso di comunione e condivisione con la società e l'ambiente. Nel ritrovare un rapporto con la natura incontaminata, che include un incontro anche in prima persona con il paesaggio naturale, viene stimolato anche il rapporto con la natura interiore incontaminata, con quegli aspetti meno "cementificati" della propria psiche, attualmente sottoposta, così come l'ambiente naturale, a un intenso processo di "civilizzazione" a scapito di un corretto rispetto delle esigenze dell'intero ecosistema.

La metafora della natura è guida, in questo nuovo percorso di counseling ancora tutto da inventare, per ristabilire un'armoniosa collaborazione tra corpo e mente e anima, a partire da una concezione dell'essere umano inserito in un contesto più vasto. Occuparsi di ecologia e di ecologia della mente, di retti rapporti tra uomo e ambiente, tra uomo e uomo e anche all'interno dell'uomo, diventa un tutt'uno, diventa funzionale a uno stesso obiettivo: quello di creare delle condizioni adatte al prosperare della vita in tutta la sua varietà e bellezza.


tratto da "Counseling - Una nuova professione di aiuto", di Marcella Danon, Red Edizioni, 2000.

ecopsicologia on line
ecoeconews
newsletter
ecopsicologia in azione
ecopsicologia webzine